Data Card - Musei per l’eguaglianza

18/05/2020

Data Card - Musei per l’eguaglianza: diversità ed inclusione

Il 18 maggio è l'International Museum Day 2020, che quest'anno l'International Council of Museums (ICOM) dedica al tema "Musei per l’eguaglianza: diversità e inclusione". Una giornata ancor più significativa per l’Italia, dove potranno riaprire al pubblico musei e monumenti in condizione di adottare i protocolli di sicurezza stabiliti dalle autorità per contrastare l'emergenza Covid-19.
OpenCoesione in questa occasione pubblica una Data Card sul ruolo delle politiche di coesione a sostegno dei luoghi della cultura, e in particolare dei musei, con un focus su una selezione, piccola ma rappresentativa, di luoghi in cui le politiche di coesione hanno finanziato interventi di vario tipo per l’accessibilità e l’inclusione: il Real Sito di Carditello, nel casertano, in Campania, la Fortezza delle Verrucole nell'area interna della Garfagnana, in Toscana, e alcuni siti Unesco dell'area adriatica.

Il tema dell’edizione 2020 della Giornata Internazionale dei musei pone all’attenzione e alla riflessione il ruolo sociale dei musei e dei luoghi della cultura più in generale, la loro potenzialità nell’essere agenti di cambiamento e assicurare una fruizione sempre più allargata, favorendo così la partecipazione da parte di tutte le persone alla cultura.
Una riflessione che sollecita domande strategiche sulla funzione e la missione dei musei per la collettività: cosa possono fare concretamente le istituzioni museali per promuovere inclusione, superare stereotipi, contrastare fenomeni di emarginazione? Quali le iniziative di outreach da mettere a punto per raggiungere pubblici impossibilitati a partecipare alla vita culturale della comunità, nonché sviluppare valori pluralisti e democratici, costruendo narrazioni condivise e rappresentative? Cosa possono fare questi luoghi di cultura per diffondere nei cittadini, nei decisori politici e negli attori locali, consapevolezza e sensibilità sulla rilevanza di questi aspetti per la vita e il benessere delle comunità?

Politiche di coesione e musei
Nel corso del 2019 nell’ambito dell’iniziativa OpenCoesione è stata promossa una sperimentazione con il coinvolgimento di un team di studenti dell’ultimo anno del corso di laurea magistrale in Data Science dell’Università di Roma “La Sapienza”, che hanno sviluppato e applicato tecniche di data mining e ricerche testuali sui dati amministrativi dei progetti finanziati dalle politiche di coesione pubblicati sul portale OpenCoesione (aggiornati al 30 giugno 2019) e sui dati anagrafici dei musei, aree archeologiche e complessi monumentali statali e non statali oggetto della rilevazione annuale dell’Istat (annualità 2017).

Dall'analisi dei dati effettuata dal NUVAP e da OpenCoesione, pubblicata tra i contenuti del capitolo dedicato alle politiche di coesione del "XXIII Rapporto sul turismo italiano", si evince che su 6,5 miliardi di euro di investimenti totali nel settore culturale, l’85% circa riguarda "lavori e opere", destinati ad interventi per restaurare, recuperare e valorizzare il patrimonio culturale.
In questo universo oltre un miliardo di euro ha finanziato 713 progetti associati a 443 musei, distribuiti in 346 Comuni, per il 56% localizzati nel Mezzogiorno. È infatti nel Sud del Paese che si concentrano progetti (69%), entità del finanziamento (67%) e numero di strutture museali interessate (57% sul totale). 

Seppure in misura assai più contenuta rispetto agli interventi di tipo infrastrutturale, le politiche di coesione sono intervenute, soprattutto nel corrente ciclo di programmazione, anche per acquisire servizi pubblici a favore dei luoghi e delle istituzioni culturali e per sostenere imprese e associazioni no profit operanti nella filiera culturale.

Restando nel Mezzogiorno nel 2014-2020 è nato “CulturaCrea” il primo regime di aiuto nazionale specificamente dedicato a questo settore, nel quadro del Programma Operativo Nazionale FESR 2014-2020 “Cultura e Sviluppo” a titolarità del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT), che con una dotazione complessiva di oltre 100 milioni di euro finanzia progetti attraverso misure agevolative nei settori culturali e creativi (prestiti a tasso agevolato per startup e PMI) e incentivi a fondo perduto (a favore di imprese sociali, organizzazioni ed enti del terzo settore) in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia,

La Reggia di Carditello
Cominciamo questo tour ideale di una selezione di musei sostenuti dalla coesione proprio dal Mezzogiorno, e dal Real Sito di Carditello, nel Comune di San Tammaro (CE): qui sono confluiti oltre 20 milioni della politica di coesione, di cui circa 10 ad oggi visibili su OpenCoesione, che hanno permesso il recupero fisico del complesso monumentale e delle aree aperte circostanti, e l’attivazione di una serie di iniziative di fruizione e uso degli spazi ispirate ai principi di democrazia culturale, inclusione e innovazione sociale.

Il Real Sito di Carditello, nel cuore della Campania Felix, è una residenza reale edificata per volere di Ferdinando IV di Borbone nel 1787, in un’area individuata già alla metà del XVIII secolo da Carlo di Borbone e destinata alla caccia, all’allevamento, alla selezione di cavalli di razza reale e alla produzione agricola e casearia.
Il declino del sito iniziato intorno agli anni Venti del secolo scorso, è stato interrotto a partire dal 2004: con l’auspicato “vincolo” ministeriale - dapprima limitato al solo edificio monumentale, ampliato poi all’area paesaggistica circostante - è iniziato il rapido processo di recupero e valorizzazione dell’area, grazie alla passione dei movimenti civici e all’impegno del Ministero per i beni e  le attività culturali e per il turismo, che lo ha acquisito nel 2013.

A partire da queste premesse nel 2016 è stata costituita la Fondazione Real Sito di Carditello, partecipata dal MIBACT, dalla Regione Campania e dal Comune di San Tammaro, con il compito di promuovere la conoscenza, la protezione, il recupero e la valorizzazione del sito.

Le azioni di salvaguardia e valorizzazione del bene sostenute dalle politiche di coesione hanno riguardato negli anni passati interventi di restauro e di consolidamento dei manufatti architettonici, mentre negli ultimi anni - anche attraverso il supporto di Cultura Crea - sono finanziate attività di sviluppo del sito rivolte all’accessibilità e alla fruizione del pubblico e all’uso innovativo degli spazi.

“Carditello ha una storia importante, e non solo dal punto di vista del complesso monumentale: questo bene ha un significato in relazione al luogo in cui si trova, e che ne ha determinato l’evoluzione” sottolinea Roberto Formato, direttore della Fondazione Real Sito di Carditello. “Siamo nella Terra dei fuochi, in un’area che è stata scelta dieci anni fa come discarica nel periodo della crisi dei rifiuti in Campania: intorno al bene ci sono molti terreni confiscati, e in quella grande emergenza ci fu quella che io chiamo l'Apocalisse di Carditello”.
Il sito reale viene infatti circondato di rifiuti, vandalizzato e depredato. Un fronte importante e altamente simbolico della fase di riscatto che Carditello sta vivendo grazie all’attività della Fondazione investe proprio la dimensione ambientale: “Abbiamo appena completato la bonifica di un deposito di amianto, a 30 metri dall'ingresso principale, asportando 700 tonnellate di terreno contaminato” racconta Formato. Dopo l’acquisizione del complesso monumentale da parte del MIBACT, un primo progetto di sistemazione del sito, finanziato con 3 milioni di euro delle politiche di coesione 2007-2013, ha reso possibile  una limitata fruizione dell’area, rendendo visitabile la palazzina centrale, nobile.
A Scuola di OpenCoesione ha seguito questo progetto nell’edizione 2017-18 con il team “Renaissance Team” dell’istituto “E. FERMI” di Aversa (qui il rapporto di monitoraggio).

Questo processo - racconta Formato - è avvenuto attraverso il coinvolgimento di volontari, molti tra quelli che negli anni si erano mobilitati per denunciare le condizioni del bene in abbandono. Nel 2016 la Fondazione ha sottoscritto un accordo con la cooperativa Il Cardo, che ha riunito l’attività dei volontari, per assicurare un servizio di visite accompagnate.

Dopo la prima fase di uscita dall'oblio, oggi Carditello sta attraversando una seconda fase che vede ancora un impegno importante delle politiche di coesione, che garantiscono le risorse necessarie ad assicurare il restauro della prima delle due T che contraddistinguono la planimetria del complesso.

La strategia di sviluppo del sito, affidata a un Piano strategico predisposto dalla Fondazione, guarda con attenzione alle relazioni con il territorio, alla partecipazione della comunità locale non solo sul fronte culturale, ma anche in campo ambientale, di attivismo civico, e di inclusione sociale.
La visione strategica è incardinata su due principali ambiti di funzioni: quello di tipo produttivo, con l’allevamento dei cavalli di razza Persano, razza creata proprio nelle scuderie reali - cui si legano una serie di attività che spaziano dalle manifestazioni ippiche alle pratiche riabilitative ippoterapiche, la riattivazione sperimentale della produzione casearia (Carditello sarebbe la prima manifattura regia di mozzarella di bufala) e la possibilità di degustazione in sito -; l’ambito della fruizione turistico-culturale del complesso e delle importanti risorse naturalistiche presenti nel sito, in cui sono anche possibili attività di svago e di sport all’aperto, è in costante divenire e si basa su un sistema di offerta ben distinto e specifico.

Grazie a un recente progetto (febbraio 2020) finanziato dalle politiche di coesione del valore di 1,25 milioni di euro, a valere sulle risorse del PON "Cultura e sviluppo" FESR 2014/2020, “Carditello Virtuale, Carditello in Gioco, Carditello in Rete”, si prevede di ricreare virtualmente l’allestimento degli ambienti interni attraverso l’ausilio di supporti tecnologici in grado di riprodurre fedelmente affreschi e quadri (proiezioni e stampe retroilluminate), nonché corredare l’esperienza di visita del pubblico dei più piccoli con una serie di attività di gaming.

Per far questo la Fondazione ha costruito un’importante rete di accordi con una molteplicità di soggetti del territorio: con il Nucleo di tutela ambientale dell'Arma dei Carabinieri, operativo sul territorio fino a Castel Volturno (CE); con l'ASL di Caserta, per la gestione dei cavalli e le attività assistite con animali, cui si aggiunge un accordo con l’ex SPRAR di Santa Maria Capua Vetere, per accogliere rifugiati (un rifugiato è attualmente impiegato per l’accudimento dei 45 cavalli della scuderia, e l’avvio dell’ippoterapia); con la Regione Campania, per la pulizia e la manutenzione dei boschi, attraverso la disponibilità a titolo gratuito degli operai agroforestali durante i mesi in cui le attività ordinarie sono ferme; con il sistema delle carceri per attività in cui siano coinvolti i detenuti – così sottolinea Formato “simbolicamente Carditello da luogo controllato dalla criminalità organizzata diventa uno spazio dove ci si va a redimere”.

Carditello è anche un luogo in cui si coltiva l’azione e l’attivismo civico: qui si riunisce dal 2019 il parlamentino studentesco della Diocesi di Aversa, forte di 100 nazionalità di bambini rappresentate.

La Fortezza delle Verrucole
Spostiamoci ora nelle aree più interne del Paese, lontano dai grandi attrattori e dai grandi circuiti turistici, dove l’attrattività e il valore identitario dei luoghi si fondano sul connubio tra patrimonio culturale diffuso, risorse ambientali e naturalistiche, e cultura immateriale. La politica di coesione ha raggiunto circa 50 musei localizzati in 36 delle 72 aree interne definite nel quadro della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), come evidenzia l'analisi a cura di Nuvap e OpenCoesione in un capitolo dedicato del "XXIII Rapporto sul turismo italiano".

La Fortezza delle Verrucole, nel territorio del Comune di San Romano in Garfagnana (LU), è stata fondata dalla famiglia Gherardinghi sopra un precedente insediamento, e risale a un periodo compreso tra X e XIII secolo. La struttura odierna è invece quella progettata dall’architetto Marc’Antonio Pasi, inviato in Garfagnana nella seconda metà del XVI secolo dal duca Alfonso I d’Este (nel 1429 una parte della Garfagnana era passata sotto il dominio della famiglia d’Este di Ferrara).
Tra il 1522 e il 1525 fu il poeta Ludovico Ariosto, commissario della Garfagnana, a riorganizzare i presidi militari, tra cui Verrucole.
Alla metà del Settecento la Fortezza perse la sua originaria funzione strategico-militare e  tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, sotto la dominazione francese, fu messo all’asta, ma fu venduto a privati solo nel 1866. Nel 1986 il Comune di San Romano in Garfagnana ha acquistato la Fortezza, avviando il restauro conservativo e ricostruttivo, che è terminato nel 2012,  grazie a due interventi finanziati per circa 1,5 milioni di euro nel ciclo di programmazione 2007-2013 Il primo - realizzato tra giugno 2009 e novembre 2010, a valere sul Programma Operativo Regionale FESR Toscana - e  il secondo - realizzato nel corso del 2011, a valere sul programma PAR FSC Toscana.

“Nella ricostruzione ci siamo attenuti ai documenti del progetto originale, quello firmato da Pasi, che sono conservati a Modena” spiega Pier Romano Mariani sindaco di San Romano in Garfagnana dal 2004 al 2019.
La Fortezza delle Verrucole oggi ospita un archeopark, un museo vivente che offre ai visitatori una ricostruzione della vita all’interno della fortezza “con rigore storico e non ad uso e consumo del turista” sottolinea Mariani “come riconoscono le recensioni, anche su Instagram e TripAdvisor”.

La gestione integrale del bene è affidata a un’associazione di promozione sociale, l’Associazione Mansio Hospitalis Lucensi, che versa al Comune un canone di concessione. “Abbiamo in gestione la fortezza dal 2013, un anno dopo la fine dei lavori di restauro” racconta Diego Micheli dell'Associazione Mansio Hospitalis Lucensi. “Da quando abbiamo creato il progetto archeopark - aggiunge - abbiamo riscontrato un aumento delle presenze totali": se nel corso del 2012 i fruitori furono 5mila, nell'anno 2019 i visitatori sono stati in tutto 15.200, il triplo. Un terzo proviene dagli istituti scolastici (medie e superiori in particolare).
“Il riscontro positivo - continua Micheli - è legato al progetto didattico e al nostro modo innovativo di trasmettere la cultura storica del luogo. Il connubio tra i progetti di fruibilità, di innovazione e restauro hanno portato al successo e le ricadute sul territorio sono state evidenti”. E la bottega del paese di Verrucole, una frazione di appena 30 abitanti ai piedi della Fortezza, è stata riaperta “diventando un ristorante gestito da una cooperativa locale” racconta l’ex sindaco Mariani.

Nel corso del 2017 sono stati avviati i lavori di un nuovo intervento del valore di 1,32 milioni di euro finanziato dalle politiche di coesione 2014-2020, nell’ambito del Piano Cultura e Turismo FSC del MIBACT. Oltre al completamento delle sistemazioni esterne e dell’impianto di illuminazione, è stata realizzata una monorotaia a cremagliera su cui viaggia un trenino inaugurato nell’agosto 2018 che permette  alle persone con disabilità motorie l’accesso alla Fortezza

Unesco Site Experience For All (USEFALL)
Un progetto del valore di un milione di euro circa è stato finanziato dal Programma di cooperazione territoriale europea INTERREG Italia-Croazia con l’obiettivo di favorire l'inclusione e l'accessibilità delle persone con bisogni speciali  attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei dispositivi intelligenti e di sensibilizzare gli operatori culturali e turistici a queste tematiche.

Si chiama Unesco Site Experience For All (acronimo USEFALL) e coinvolge una serie di luoghi e monumenti italiani e croati ricadenti in siti Unesco, come la Basilica di Sant'Apollinare in Classe a Ravenna, l'Orto botanico di Padova, il Museo di arte orientale a Venezia, l'area archeologica e la Basilica patriarcale di Aquileia, la Basilica Eufrasiana di Parenzo, il Palazzo di Diocleziano a Spalato.

Le soluzioni adottate dai partner - che sono gli enti e le amministrazioni locali di riferimento dei siti di progetto - sono state molteplici: lavori strutturali per incoraggiare l'accessibilità mediante l’impiego soluzioni tecnologiche (che vedremo più avanti), linee guida condivise tra i siti che costituiscono uno strumento prezioso anche per future collaborazioni, coinvolgimento del settore imprenditoriale del turismo.

A titolo esemplificativo tra gli output del progetto a cura dei partner italiani, il Comune di Ravenna ha realizzato cartoline con la tecnica braille e stampe in rilievo dedicate agli otto monumenti Unesco della città, a Dante Alighieri, che a Ravenna è sepolto e a Guidarello Guidarelli - simbolo del MAR Museo d'arte della città di Ravenna.

 

Un video promozionale in lingua dei segni - in italiano, inglese e croato - è disponibile presso l'Ufficio Informazioni Turistiche, così come audioguide ai monumenti Unesco di Ravenna: Battistero degli Ariani, Battistero Neoniano, Mausoleo di Galla Placidia, Cappella Arcivescovile, Basilica di Sant'Apollinare in Classe, Mausoleo di Teodorico, Basilica di San Vitale, Basilica di Sant'Apollinare Nuovo.

Inoltre è disponibile un’applicazione dedicata ai siti Unesco con testi semplificati, realizzata per aiutare le persone con disabilità cognitive (disponibili con contenuti scritti e udibili). L’app presenta un testo breve e un testo lungo per ogni monumento ed è stata ottimizzata per favorire l'accessibilità ai non vedenti: The App “Usefall - Ravenna per tutti”.

Il museo della città e del territorio Classis Ravenna, sito vicino alla Basilica di Sant'Apollinare in Classe, è stato dotato di un nuovo percorso tattile ispirato alla decorazione musiva della Basilica, dedicato a non vedenti, ipovedenti e disabili cognitivi. PINUS è un percorso accessibile e inclusivo, che contempla diversi tipi di esigenze percettive e cognitive e può essere un'esperienza intensa e didattica anche per le persone senza bisogni speciali: con tavoli a mosaico e ricostruzioni tridimensionali, il progetto supporta una nuova e affascinante esperienza di conoscenza del mosaico, comprese le rappresentazioni degli animali e delle specie vegetali dell’epoca.