Data Card - Le politiche di coesione e il World Population Day

11/07/2024

L'11 luglio del 1987 la popolazione mondiale ha raggiunto per la prima volta i 5 miliardi di individui. Dal 1989, due anni dopo, quel giorno viene ricordato - su decisione delle Nazioni Unite - come il World Population Day. È stato celebrato per la prima volta nel 1990 in 90 Paesi.
In occasione della Giornata mondiale della popolazione 2024, OpenCoesione pubblica una Data Card in cui si illustrano alcuni progetti finanziati  dalla politica di coesione in Italia per armonizzare sviluppo economico e riduzione delle disuguaglianze connesse ai cambiamenti demografici in corso.

Sono temi che la comunità internazionale affronta da 70 anni, quando proprio il nostro Paese ospitò a Roma, presso la FAO, il primo appuntamento in cui i Paesi delle Nazioni Unite furono chiamati a riflettere sui diversi aspetti della "rivoluzione demografica", che dalla fine della Seconda Guerra mondiale ha visto un aumento senza precedenti del ritmo di crescita della popolazione. Dopo l'appuntamento in Italia, la Conferenza mondiale sulla popolazione si riunì nuovamente nel 1965 a Belgrado (ex Jugoslavia) e quindi nel 1974 a Bucarest (in Romania), a segnare un'attenzione crescente da parte delle Nazioni Unite al tema dell'esplosione demografica in relazione alle tematiche connesse allo sviluppo locale.

Sempre il 1974 venne designato come World Population Year, ponendo l'accento sull'importanza di considerare ogni aspetto di carattere sociale, economico, umanistico e culturale connesso all'incremento della popolazione. Già cinquant'anni fa veniva sottolineata l'importanza di una definizione territoriale (a livello di singolo Stato) di politiche volte ad affrontare la questione demografica, con l'adozione di un Piano d'azione per la popolazione mondiale, documento che introduce alcuni dei temi legati all'accesso ai servizi di base che ancora oggi definiscono il disegno delle politiche pubbliche in relazione al tema.

Il tema del World Population Day 2024 è "Per non lasciare indietro nessuno, contate tutti" e pone l’accento sull’importanza dei dati per rappresentare anche i soggetti e le comunità più marginalizzate, con l’obiettivo di garantire anche all’interno di queste l’accesso ai servizi essenziali. Per quanto riguarda l’Italia, pur se lo scenario mondiale vede una crescita della popolazione, i dati (provvisori) dell’Istituto nazionale di statistica raccontano che anche nel 2023 la popolazione è in calo, arrivando a 58,99 milioni di persone. A rendere meno pesante il saldo tra decessi e nuove nascite, spiega l’Istat, è “un saldo migratorio che compensa, quasi del tutto, il saldo naturale negativo”, contribuendo anche “a rallentare il processo di invecchiamento”. Come spiega il rapporto dedicato agli indicatori demografici, “l’ingresso di nuovi immigrati dall’estero, infatti, non solo concorre alla crescita della popolazione direttamente con il loro arrivo, ma ne ringiovanisce la struttura per età, rinvigorendo le fasce di popolazione attiva, e ha un effetto, seppur sempre più debole, anche sui livelli di fecondità”. Anche per fronteggiare questi profondi cambiamenti demografici intervengono le politiche di coesione che, tra le politiche pubbliche, hanno tra i propri obiettivi quello di anticipare e accompagnare le trasformazioni della popolazione garantendo adeguati servizi sui territori.